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Indagine sull’influenza reciproca tra i sintomi di ADHD nei bambini e le relazioni tra i pari nel co


Un bambino con un Disturbo da deficit dell’ attenzione e iperattività (ADHD) appare spesso decisamente irrequieto, fortemente distratto, impulsivo, con scarsa capacità di concentrazione e coinvolgimento nelle attività a medio e lungo termine; caratteristiche frequentemente destinate a determinare una maggiore difficoltà nelle relazioni sociali e nell’integrazione con gli altri bambini. Un recente studio longitudinale condotto in Norvegia da ricercatori ed esperti norvegesi in collaborazione con colleghi dell’Università della California, ha messo in luce proprio l’influenza reciproca tra la sintomatologia ADHD ed il comportamento espulsivo del gruppo dei pari nei confronti del bambino con tale problematica. Stenseng e colleghi, hanno evidenziato come una maggiore presenza di sintomi ADHD in un bambino di 4 anni (in età prescolare) sia maggiormente correlata con il successivo comportamento espulsivo da parte dei pari nei confronti dello stesso bambino a 6 anni; così come un atteggiamento rifiutante dei pari verso un bambino di 4 anni già esibente sintomi ADHD abbia più probabilità di aumentarne la sintomatologia a 6. Pur rilevando effetti minori nelle fasce di età dai 6 agli 8 anni, è apparso evidente quanto il comportamento iperattivo-disattentivo possa compromettere le relazioni sociali, condizionando le dinamiche gruppali nelle quali il bambino è inserito.

Il dispositivo sperimentale, pur coinvolgendo un campione complessivamente piuttosto ampio e variegato di soggetti (962 bambini norvegesi di 4, 6 e 8 anni), ha avuto a disposizione un sotto-gruppo di bambini con alta sintomatologia ADHD relativamente ristretto, suggerendo così agli autori cautela nell’estendibilità dei risultati ad altri e differenti contesti.

Tuttavia, lo studio ha il merito d’aver evidenziato il valore potenziale di una linea di ricerca volta ad approfondire l’interazione reciproca tra il comportamento sintomatico in questione e le dinamiche di gruppo (soprattutto in età prescolare), sottolineando in particolare come un atteggiamento “respingente” da parte dei coetanei in questa fase dello sviluppo possa rafforzare successivamente in bambini con ADHD l’espressione dei sintomi. Questi risultati acquistano un interesse particolare per i genitori e per tutti i professionisti che lavorano con i bambini, soprattutto in ambito scolastico (insegnanti, psicologi, AEC,…); aprendo una prospettiva interessante rispetto ad un lavoro di mediazione ed integrazione dei bambini con ADHD nel e sul gruppo classe che possa rivelarsi efficacie nel migliorare le relazioni tra i pari ed “attenuare” nel tempo la sintomatologia in questione nei bambini con tale problematica; altra evidenza di quanto sia importante tenere in considerazione la dimensione relazionale e sociale anche per l’ADHD.

Riferimenti:

Frode Stenseng, Jay Belsky, Vera Skalicka, Lars Wichstrøm. Peer Rejection and Attention Deficit Hyperactivity Disorder Symptoms: Reciprocal Relations Through Ages 4, 6, and 8. Child Development, 2015;

Fonte: Society for Research in Child Development

Studio realizzato da: the Norwegian University of Science and Technology (NTNU) Social Research division, the Regional Centre for Child and Youth Mental Health and Child Welfare in Trondheim, Norway, and the University of California, Davis.

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